20 Lug “Fontana 2000″
Fontanarosa (Avellino- Italia) – luglio/ottobre 2000
IV° Simposio di scultura – arte e pietra: Pietro Cascella per la fontana del “duemila” a Fontanarosa
Organizzazione:
Comune di Fontanarosa – assessorato all’Urbanistica
Direzione artistica:
Egidio Iovanna – scultore
Mario Pagliaro – designer
Tema:
Realizzazione della Fontana del millenio in breccia irpina dal progetto di PIETRO CASCELLA
Realizzazione:
esecuzione: maestri scalpellini di Fontanarosa
logistica: f.lli Iovanna s.r.l. Fontanarosa (Av)
Fontanarosa, da secoli è considerata il centro irpino della lavorazione della pietra. Per festeggiare il passaggio del millennio, si è voluto continuare la promozione della pietra locale, del lavoro dei suoi artigiani e della sperimentazione organizzando la quarta edizione del Simposio di Scultura.
Il passaggio del millennio, anche a Fontanarosa, ha segnato un momento importante per l’arte, la pietra e l’artigianato di questa terra. Infatti, l’eccezionalità di questo nuovo appuntamento con l’arte e la pietra, è stata l’adesione al progetto del maestro PIETRO CASCELLA, che ha donato un suo bozzetto per la realizzazione della fontana e la sistemazione della piazza in cui è stata installata.
Pietro Cascella: “il poco è il tanto”
“Ho fatto bene a non portare con me i bozzetti che avevo a casa – ha detto il maestro Cascella – ripensandoci non ho voluto correre il rischio di appiccicare qualcosa di non adatto ai luoghi, alla storia di questo paese”. Anche seduto, con la fronte accigliata ad aspettare che una scheggia rotta dal suo scalpello lo possa raggiungere, Pietro Cascella è una roccia che cammina, guarda, ed in silenzio pensa. “In una scultura, l’importante è l’idea, poi potrà essere realizzata più o meno bene, ma l’importante è che ci sia il progetto. Questa fontana che dovrà nascere a Fontanarosa, sarà realizzata dal lavoro dei suoi scalpellini, quindi deve essere pensata come un loro oggetto. E’ inutile affaticarsi attorno a forme rotonde, complicate, dispendiose. Tutte le energie dovranno essere spese intorno all’espressione di un’ idea.” Un blocco materico, forse un fronte di cinque, sei metri, l’idea: quella degli antichi abbeveratoi o forse: “non vorrei correre il rischio di essere mal compreso, ma l’idea di un seno da cui bere linfa vitale mi affascina”. Nei due giorni vissuti accompagnandolo tra le pietre d’Irpinia, il modo migliore per strappargli le parole era discutere sulla doratura giusta dell’aglio con gli spaghetti e l’olio o descrivergli il colore del peperoncino fresco. Per l’arte solo poche parole, e lapidarie: “ L’arte è un misto di rigore e libertà. 100% rigore e 100% libertà. Senza un metodo, una regola la libertà non serve e viceversa. Nel poco c’è il tanto. Tutto deve essere semplice, pulito. Anche la piazza che immagino deve essere così, uno spazio semplice retto dall’immagine forte della fontana”. Per questo ha chiesto una pavimentazione in blocchi di calcare solo sbozzati, tenuti insieme da listati di mattoni, e tutti i raccordi con il passato mantenuti “ Queste mura, questi portali devono essere conservati. E’ vero, non ci sono più le case, chi le abitava, ma i segni del loro ricordo deve restare. Questi archi, lasciati liberi debbono poter segnare l’ingresso nella memoria, la mia fontana deve far parte di tutto questo. Senza non avrebbe un senso realizzarla.”