31 Lug di Artigianato… in Design
Di artigianato in Design
testimonianze di contaminazione per uno sviluppo “altro” in Irpinia
promosso da:
– Ass. Cult. “Amici della bottega delle MANI”
con
– Liceo Artistico “A. Maffucci” – Calitri (Av)
– Comunità Montana “Alta Irpinia”
– Comune di Calitri_assessorato Attività Produttive
– Ottopagine – quotidiano dell’Irpinia
- 3 settembre 2011
ore 17,30, Sala Convegno “Calitri Fiere” – Calitri (Av)
SALUTI
- Mario Rizzi – Presidente Comunità Montana Alta Irpinia
PREMESSA
Proiezione del documentario “Il pensiero nella mano”
INTERVENTI
- Giovani e design: la difficoltà di restare
Michele Policano – designer - Da artisti a designer: una scuola per il territorio
Gerardo Vespucci – dirigente scolastico Liceo Artistico “A. M. Maffucci” – Calitri - La tradizione di un territorio, il design ed il mercato
Maria Rosaria Perdicaro – marketing Director “Fornace della cava srl” - L’impresa con la cultura
Simona Perchiazzi – progetto e cura Luminaria - La logica d’impresa…culturale e desig
Maurizio Riva – Riva 1920 - Produzioni di qualità e territorio
Marco Senatore – delegato A.I.C.C. - La cultura nelle ipotesi di produzione
Giuseppe Di Guglielmo – assessore Attività Produttive Comune di Calitri
COORDINA:
- Mario Pagliaro – presidente amici della bottega delle MANI
Irpinia terra di natura, Irpinia terra d’artigiani, Irpinia terra di inoccupati, Irpinia terra di emigranti. In questo poker di contraddizioni, può concludersi la sintesi della crisi del sistema produttivo provinciale. In particolare di quello legato alle “produzioni della qualità”. Come il cane che si morde la coda, le nostre aziende artigiane, in “perenne configurazione di crisi”, restano avvinghiate a modelli produttivi antiquati. Non per la mancata adozione di tecnologie nuove, che non sono, per forza, specchio di innovazione, ma per la costanza nel credere possibile approssimare all’interno della propria azienda (troppo spesso nella stessa persona), tutte quelle competenze multidisciplinari che un mercato sempre più dinamico oramai considera risorse naturali.
Per questo, le produzioni si attardano, il mercato ristagna e le giovani professionalità in formazione o procedono d’inerzia, nell’acquisizione di un “pezzo di carta” che sanno già non poter usare, o coltivano l’entusiasmo con la speranza di lasciare, al più presto, la loro terra.
Esiste un territorio, in particolare, quello del corridoio ecologico dell’Ofanto che per troppi anni ha dichiarato un progressivo scollamento tra le specificità dei suoi luoghi ed i modelli produttivi importati. Progressivamente le produzioni artigianali della qualità, dalla Pietra, alla Ceramica, al Ferro, alla Tessitura si sono snaturate svendendosi ai mercati della quantità, ben sapendo che poco avrebbero potuto concorrere, oppure, si sono arroccate intorno alle capacità dei singoli. In entrambi casi, il motto è stato “resistere”, mai “sviluppare”. “Conseguenze sono le centinaia di botteghe chiuse o che galleggiano tra le lusinghe degli amici e lo scarso mercato, di medie imprese che si contendono appalti pubblici al ribasso e operatori ad aggiornamento “zero”.
Eppure per anni il corridoio dell’Ofanto, attraverso 50 anni di attività condotta sulle giovani generazioni dall’Istituto d’Arte di Calitri ha potuto metabolizzare una importante risorsa: il Design. “Per un lungo periodo, la formazione della conoscenza diventava competenza applicata immediatamente sul territorio. Soprattutto nel campo della ceramica, i nostri allievi, da Lioni a Ruvo in Basilicata, hanno trovato una loro collocazione. Negli ultimi anni, invece, la crisi complessiva del modello di sviluppo delle nostre terre ha impedito che ci fosse ancora questa corrispondenza diretta tra formazione e lavoro.”
La crisi non è economica, è culturale, per questo, oggi che quella Scuola d’Arte è diventata “Liceo Artistico in Design”, le aziende artigiane del corridoio dell’Ofanto hanno un’alternativa: perdere una nuova scommessa con le giovani generazioni, dopo quella degli anni ’80, o riconoscere la necessità di aprirsi alle potenzialità legate alla cultura del territorio. Uno sforzo che non inventa nulla, perché, altrove, in tanti, lo hanno già fatto. Senza trovare ricette salvifiche, ovviamente con sacrifici, ma certamente coltivando la possibilità di darsi prospettive.
La cultura per la cultura, l’estetica per l’estetica, la tradizione per la tradizione sono retoriche affermazioni, senza offerta di soluzioni. Le crisi economiche si combattono sui mercati e non nei musei, oppure, portando i musei nel mercato.
Nel corridoio dell’Ofanto, la contaminazione tra Artigiani e Designer è possibile e rappresenta la più forte alternativa all’inerzia. Lo sforzo di operatori ed istituzioni deve essere quello di cambiare atteggiamento e sforzarsi nel rendere riconoscibile:
il valore del Design : non solo come ricerca estetica delle produzioni, ma soprattutto nella ottimizzazione dei loro processi produttivi, nella loro ri-unione con il genius loci, nella ricerca continua di sostenibilità, nella ricerca di mercati “altri”.
il ruolo dei designer : quale elemento di sintesi, all’interno dell’azienda, delle componenti economiche, sociali, produttive e culturali