Fontana senz’acqua

Fontana senz’acqua

A Fontanarosa, in Irpinia, come era già accaduto nel 1900, con la storica fontana nella piazza del paese, anche nel 2000, si volle realizzare una nuova fontana, simbolo del nuovo millennio fontanarosano e segno di una rinnovata vocazione per la lavorazione della pietra. Ne nacque un evento: Fontana2000.

Si riuscì ad intercettare l’arte di Pietro Cascella, tra i massimi esponenti della scultura italiana contemporanea. Già ottantenne, il Maestro, si rese disponibile a regalare, agli scalpellini locali, il bozzetto per una fontana che celebrasse il nuovo millennio con la Breccia irpina e la pietra di Fontanarosa.

A quattordici anni dalla sua realizzazione, “Fontana2000” ancora non versa acqua. Non solo, oggi, versa in un totale stato di abbandono.

Perché la sua idea non fosse qualcosa di astratto ma intrisa di genius loci, Pietro Cascella volle anche venire nel piccolo comune irpino, per conoscerlo e conoscere gli scalpellini che avrebbero realizzato la sua idea. “Non voglio correre il rischio di appiccicare qualcosa di non adatto ai luoghi, alla storia di questo paese”, disse Cascella.

Fu un incontro emozionante, con un uomo saggio, la cui arte stava oltre che nelle mani, nella sua estrema “coerenza nella libertà”. Visitò, il centro irpino della pietra, alla ricerca del luogo che avrebbe ospitato il nuovo monumento, a dispetto delle indicazioni istituzionali, individuò un piccolo isolato, nel cuore del centro storico, totalmente imploso a causa del sisma dell’80. Era visibile solo il perimetro terraneo con le sue aperture.
Chiese cosa fosse previsto per quello spazio, gli fu risposto: “lo sbancamento ed un ampio parcheggio”. Rispose: “se volete la mia scultura, liberate questo perimetro dalle macerie interne e create una piazza. La piazza che immagino deve essere, uno spazio semplice retto dall’immagine forte della fontana. […] Una pavimentazione in blocchi di calcare solo sbozzati, tenuti insieme da listati di mattoni e tutti i raccordi con il passato mantenuti. Queste mura, questi portali devono essere conservati. E’ vero, non ci sono più le case, chi le abitava, ma i segni del loro ricordo deve restare. Questi archi, lasciati liberi debbono poter segnare l’ingresso nella memoria, la mia fontana deve far parte di tutto questo. Senza non avrebbe senso realizzarla.

La proposta (con sorpresa), fu accettata, variati i progetti in atto e avviati i lavori. Nel frattempo, tornato nella sua Pietrasanta, il Maestro, diede forma alle idee su cui aveva riflettuto a voce alta, durante la passeggiata tra i vicoli e le aziende del paese. “In una scultura, l’importante è l’idea, poi potrà essere realizzata più o meno bene, ma l’importante è che ci sia il progetto. Questa fontana che dovrà nascere a Fontanarosa, sarà realizzata dal lavoro dei suoi scalpellini, quindi deve essere pensata come un loro oggetto. E’ inutile affaticarsi attorno a forme rotonde, complicate, dispendiose. Tutte le energie dovranno essere spese intorno all’espressione di un’ idea. Un blocco materico, forse un fronte di cinque, sei metri, l’idea: quella degli antichi abbeveratoi.

Nacque così il progetto della Fontana di Cascella, una sintesi tra gli antichi abbeveratoi rurali e le auliche fontane borboniche lungo la “via di Foggia”. Gli scalpellini realizzarono la monumentale opera lavorando a turno, fuori dagli orari di lavoro, grossi blocchi di Breccia Irpina trattata a bocciarda grossa e una testa di leone stilizzata, in “Pietra di Fontanrosa”.

Lo spazio che accolse la nuova fontana fu realizzato proprio, come indicato dallo stesso Cascella. All’interno del nucleo antico, una piazza chiusa nel perimetro dell’antico isolato, come accessi i portali delle vecchie abitazioni, una gradonata da cui guardare spettacoli o semplicemente il bel panorama verso valle. Sul punto più alto, la Fontana, imponente, rude, ammorbidita solo dalla mazzola e dalla bocciarda.

Purtroppo, “Fontana2000”, dal duemila, giace così, finita, conclusa in tutte le sue parti, senza mai aver versato un goccio d’acqua.
Con la sua piazza, non ha mai avuto una cerimonia di inaugurazione, un segnale che ne indichi la presenza, una toponomastica che assegni il dovuto merito al Maestro di Pietrasanta, un pannello che racconti cos’è.
Come spesso succede da noi, l’oblio regna. La piazza giace inutilizzata, la vasca raccoglie immondizia, le erbacce corrompono le connessioni tra le lastre, di notte qualche ragazzo ubriaco ci si diverte. Solo pochi la riconoscono quale “spazio umano”, un’anziana casalinga tenta di riempirla con i suoi vasi di gerani e qualcuno coltiva ad orto, l’aiuola superiore.

Storie di ordinaria noncuranza e di opportunità perse. Eppure, non servirebbe molto per riuscire in poche cose semplici: qualche segnale turistico, un pannello grafico che la racconti al turista, un nome alla piazza che la contiene e un allaccio idrico perché la fontana possa finalmente dare acqua e smetta di essere un monumento inconsapevole. Entrando con dignità nella storia della sua comunità.

Pietro Cascella, scomparso nel 2008, non ha mai visto la sua fontana, una delle sue ultime opere, la seconda delle uniche due realizzate in meridione.

L’appello

A quattordici anni dalla sua realizzazione, “Fontana2000″ ancora non versa acqua. Non solo, oggi, versa in un totale stato di abbandono.

Per questo, per invertire questo stato di fatto, l’Associazione di Promozione Sociale “amici della bottega delle MANI”, ha lanciato un appello aperto a tutti, perché si fossero realizzate poche, semplice cose:

  1. un allaccio alla rete idrica, perché la fontana possa finalmente dare acqua
  2. installare, agli ingressi del paese, indicazioni turistiche per segnalare la fontana
  3. installare, nella piazza, un pannello grafico che la racconti al turista
  4. dedicare a Cascella la piazza che contiene la fontana.

Sono state numerose le adesioni all’appello da parte di chi opera nel settore della cultura, dell’arte, dell’architettura e dell’artigianato. Tra le varie firme quella di Edoardo Alamaro, architetto e critico d’arte. Segue poi il fotografo giornalista di respiro internazionale Mimmo Torrese, gli artisti Antonio PicardiFabio Mingarelli, il docente universitario Salvatore Cozzolino.

La risposta del Comune

L’appello lanciato dalla bottega delle MANI e rilanciata da numerosi media, ha avut come conseguenza la risposta ufficiale del Comune di Fontanarosa:

Porgiamo i nostri ringraziamenti per il vostro interessamento e sprono alla valorizzazione della “fontana Cascella” che fa parte orgogliosamente del nostro patrimonio.
Pur rimanendo disponibili all’incontro istituzionale da Lei richiesto, facciamo presente che vi è il nostro totale impegno ad eseguire le opere e i lavori suggeriti al fine di rendere la “fontana Cascella” un sito valorizzato e di interesse per l’intera provincia, compatibilmente con le risorse economiche disponibili.
Cordiali saluti.
F.to Il Vicesindaco – Assessore al Patrimonio – Dott. Fabio Di Blasi

Siamo, ovviamente, contenti della disponibilità dimostrata, come pure restiamo convinti della necessità di non poter ancora relegare la valorizzazione dei Beni Culturali, alla contingenza economica delle nostre piccole comunità.

La valorizzazione delle reali potenzialità produttive e culturali, deve iniziare a porsi in una ottica di programmazione che sappia immaginare anche forme di superamento delle crisi, dei patti di stabilità o dei bilanci stretti. L’alternativa è un “cane che si morde la coda”. L’attesa di “poter fare”, coincide esattamente con l’interruzione della “possibilità di fare”.
Anche per “Fontana 2000”, serve superare l’attesa di tempi migliori e avviare una programmazione e, dove questa sembra impedita dai bilanci, supportarla con l’immaginazione.

Per questo, restiamo ancora disponibili all’incontro, già richiesto, col Comune di Fontanarosa, proprio per immaginare, con l’Amministrazione, modi e forme di realizzazione delle poche cose necessarie a portare, a Fontana Cascella, i livelli di ri-conoscimento che gli spettano.