Buchi nelle vie

Buchi nelle vie

di Ugo Morelli

 

L’asfalto, come la nostra pelle, si tatua di buche. Piccoli crateri alla ricerca dell’anima. Vie non per emettere, ma per immettere materia di sogni e fughe.

Buche o buchi, punteggiano comunque la nostra pelle tra una figura tatuata e un’altra. Sono buchi nelle vite e riportano alle buche nelle vie. O meglio, alle buche con intorno quel che resta delle vie. Un paesaggio così, ospita quel che resta delle nostre vite.

Vuoti improvvisi, vere e proprie voragini. Pantani fangosi in cui navigano le nostre speranze. Che si essiccano rapidamente esposte a un sole impietoso che brucia i nostri giorni. Eppure, quelle crepe di fango secco, in quella teoria di buche, aprono a un vuoto che partorisce ogni giorno pensieri di redenzione.

Non ci appartiene un mondo levigato. Non potremmo sopportarlo. Da un asfalto liscio non nascono imprevisti. E gli imprevisti sono il nostro mestiere. Li attendiamo e ci istruiscono nella vita. Nessuno di noi sa come si vive in un paesaggio appaesante. Sarebbero paralizzati i nostri movimenti. Abitiamo quei vuoti aspettando. Un mondo che quel vuoto permette di immaginare.