22 Set Erba di periferia
di Ugo Morelli
Dove non abita la certezza l’attesa si rivolge all’improbabile. No, non al probabile che non ci appartiene. Ogni minuto rende improbabile il successivo. Se il prossimo sarà anche mio, chi può dirlo?
Siamo improbabili come l’erba che riesce a spuntare, nonostante tutto, in luoghi su cui nessuno scommetterebbe. Sassifraga e insinuante nasce dove non ti aspetti. Abitiamo, in fondo, un paesaggio dello stupore. Nessuno semina e l’erba nasce. Nessuno ci protegge eppure ci proteggiamo. Nessuno ci aiuta eppure ci aiutiamo.
Se l’erba vince è l’originario che vince con lei. I dottori delle città e quelli delle campagne una fertilità così se la sognano. Non siamo quelli dell’originale. Le nostre vite lo sono già abbastanza. Qualora un paradiso potrà esserci, per noi verrà solo dopo quello perduto. Chi può mai vantare un nuovo inizio al giorno? Il cui destino nessuno conosce?
Come l’erba di periferia, ci stupiamo ogni volta di essere ancora vivi.